Il Re di Giordania e i suoi 007 militari hanno sventato un golpe che mirava a rovesciare la monarchia. La Giordania è un paese con diverse difficoltà ma è anche un punto strategico e di controllo per le questioni mediorientali.

Uno dei problemi che ha portato a questo tentato colpo di stato è la regolamentazione poco chiara per la successione al trono.

Per capire bene dobbiamo fare un passo indietro.

Re Hussein e il fratello Hassan

Re Husayn, conosciuto come re Hussein, padre dell’attuale sovrano, regnò in Giordania dal 1952 al 1999, quando morì di tumore. Proveniva dalla stirpe hascemita, di religione islamico sunnita. Ebbe 4 mogli e 12 figli.

Fino al 1999 l’erede al trono designato era Hassan bin Talal, fratello minore di Re Hussein.

Ma poche settimane prima di morire (tre per l’esattezza) il re cambiò idea designando suo figlio Abdallah o Abdullah (è una variante di trascrizione) come erede e a seguire, secondo in linea di successione al trono, l’altro suo figlio Hamzah bin Hussein. I due figli hanno lo stesso padre ma non la stessa madre.

C’è un motivo della scelta repentina. Re Hussein chiese al fratello di nominare successore il figlio Hamzah, ma non ricevette alcuna risposta perché la moglie del fratello, la principessa Servath, voleva il suo primogenito come erede al trono. Re Hussein in punto di morte chiamò il suo primo figlio Abdallah, per chiedergli di essere il futuro sovrano della Giordania. Abdallah, già marito di Rania con una vita lavorativa in America, accettò perché “mai avrei potuto dire no a mio padre”. Nello stesso momento il re chiese ad Abdallah di nominare suo erede Hamzah.

Un regno e tre donne

Questo cambio di rotta venne incentivato anche dalla seconda e dalla quarta moglie del re, a sfavore del cognato e soprattutto della cognata Servath, che per i comportamenti tenuti anche in questa occasione, venne da molti considerata avida di potere.

La seconda moglie di Re Hussein si chiama Antoinette Avril Gardiner è inglese ed è la madre dell’attuale Re di Giordania, Abdullah II. Dopo il matrimonio avvenuto nel 1961 e la conversione alla religione islamica fu chiamata Muna al-Husayn. Non le fu concesso il titolo di regina, ma di Sua Altezza Reale Principessa Muna al-Husayn. Il divorzio avvenne nel 1972 dopo 4 figli.

La quarta moglie è americana e madre di Hamzah. Nata Elisabeth Najeeb Halaby cambiò nome in Noor Al Hussein con le nozze nel ’78 ed è stata regina fino al 7 febbraio 1999, data di morte del re. È laureata in architettura e urbanistica alla Princeton University. Fu grazie al lavoro che conobbe il futuro marito.

Fratelli coltelli

Ma nel 2004 Abdallah II, in modo assolutamente lecito, privò il fratellastro Hamzah del titolo di erede al trono con una spiegazione un po’ particolare: “Dover esercitare questo ruolo onorario ti ha ingabbiato e non ti ha permesso di prendere le piene responsabilità che sono pronto ad affidarti”. Qualche anno dopo designò erede il suo primo figlio, il Principe Ḥusayn (Hussein).

Queste diatribe e veleni di palazzo sono incentivati dall’appoggio ad un membro della famiglia reale o all’altro, a seconda degli interessi, dalle tribù che vivono in Giordania e non solo.

Mettiamoci anche che il Covid ha avuto un forte impatto sullo stato di povertà e disoccupazione del paese. E l’arrivo di rifugiati siriani in Giordania supera il milione su una popolazione di circa 10 milioni, creando malcontento generale. Aggiungiamoci la forte corruzione pubblica e la dura opposizione degli islamici integralisti che non hanno mai visto di buon occhio il re per le aperture verso Israele, verso l’emancipazione femminile (ad esempio Abdullah ha emesso un decreto introducendo 6 seggi in Parlamento per le donne) e per il ruolo della moglie, la Regina Rania, di origini palestinesi (anche questo viene visto come un problema per i delicati rapporti tra Israele e Palestina), tutto questo messo insieme è diventato un mix esplosivo.

Tornando ad Hazmah si dice che dopo l’estromissione dalla linea di successione al trono, abbia intrapreso rapporti con Arabia Saudita ed Emirati, Paesi che farebbero il possibile per screditare Abdallah. Uno degli ex consiglieri del re Bassem Awadallah, arrestato insieme al fratellastro del re, faceva affari proprio con l’Arabia Saudita e Dubai.

Tentato colpo di stato

Per il tentato golpe sono state arrestate 16 persone e il fratellastro del Re ha detto alla BBC di trovarsi agli arresti domiciliari. I fatti riportati sopra trovano conferma nelle dichiarazioni del vice primo ministro, “il principe Hamzah era in contatto con elementi stranieri e oppositori” in Giordania “con l’obiettivo di destabilizzare il governo e la famiglia reale”.

Nelle prime ore di domenica la madre Noor su Twitter si è schierata con il figlio Hamzah. “Prego che la verità e la giustizia prevalgano per tutti gli innocenti vittime di questa malvagia calunnia. Dio li benedica e li preservi”.

Solidarietà al Re Abdallah da parte degli alleati americani, dall’Unione Europea e dalla Lega Araba, anche se rimangono sospetti sull’intromissione dell’Arabia Saudita. La questione della Giordania desta molta preoccupazione per gli equilibri precari del Medio Oriente, sull’Internazionale un bellissimo approfondimento.

E chissà cosa ne pensa l’Emiro di Dubai già tirato in causa insieme all’Arabia Saudita? Dato che l’ultima moglie, la principessa Haya, è la sorella di Abdallah ed è scappata a Londra per fuggire dal marito non proprio incline a dare diritti alle donne. Ricordate anche le vicende delle sue due povere figlie?

Commenti

commenti